In molte occasioni la banca ha spinto i soci, anche con scarsa esperienza in materia di investimenti, ad investire grandi quote dei propri risparmi in azioni della banca, anche per importi superiori a 100.000 euro.
E’ evidente che tali importi di investimento in titoli illiquidi non sono adatti a comuni risparmiatori, siano essi professionisti, piccoli imprenditori, pensionati e lavoratori, che, si sono semplicemente fidati dei suggerimenti dei consulenti e direttori delle filiali, senza essere effettivamente consapevoli del livello di rischio delle azioni emesse dalle banche popolari non quotate in borsa.
Infatti, l’Arbitro per le Controversie Finanziarie continua ad emettere condanne della banca, ed ha accolto domande di risarcimento del danno fondate sull’allegazione degli inadempimenti dell’intermediario, la cui condotta, nei casi esaminati, non risulta essere stata conforme alla diligenza qualificata richiesta nella prestazione del servizio. In particolare viene rimproverato a BPB di non aver fornito un’informativa sufficientemente precisa sui titoli azionari oggetto dell’investimento e sulle loro caratteristiche.
Gli unici riferimenti informativi risultavano infatti rappresentato da generici rinvii alla documentazione messa a disposizione del pubblico o alla documentazione che l’intermediario era tenuto a pubblicare quale emittente.
Altre violazioni sono state riscontrate rispetto alla attribuzione del profilo di rischio del cliente. Le dichiarazioni rese dai clienti nel rispondere alle domande del questionario, si sono dimostrate, infatti, scarsamente compatibili con la loro qualificazione come investitori dotati di un profilo di rischio “alto” o “medio alto”.
Però, va osservato che la quantificazione del danno, come stabilita dal collegio arbitrale, è stata efficace solo in parte a tutelare i risparmiatori. Infatti il risarcimento è stato calcolato in misura corrispondente alla differenza fra il prezzo di acquisto delle azioni e il prezzo unitario a cui risultavano effettuati i pochissimi scambi sul sistema multilaterale di negoziazione HI-MTF, vale a dire pari a 6 euro nelle decisioni emesse lo scorso maggio.
Ma, in realtà, a tale prezzo per i clienti non è mai stato praticamente possibile vendere le azioni per mancanza di compratori. Il prezzo teorico d’asta oggi è di 2,38 euro, ed è destinato, con ogni probabilità a scendere ancora.
Inoltre, nonostante le condanne, Banca Popolare di Bari ha deciso di non ottemperare alle decisioni dell’ACF, per cui gli interessati dovranno, ora, rivolgersi comunque al tribunale, per vedere effettivamente soddisfatte le proprie ragioni.
Se hai investito in azioni o obbligazioni emesse e collocate da Banca Popolare di Bari occorre esaminare i contratti e i documenti, al fine di procedere alle opportune iniziative per la restituzione dei risparmi e il risarcimento dei danni.
Impugnabili le azioni Banca Popolare di Bari – L’Arbitro per le Controversie Finanziarie condanna la Banca Popolare di Bari al risarcimento dei danni in favore dei clienti per violazione degli obblighi informativi e per inadeguatezza al loro profilo di rischio.
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